Alessandra Coppa, Scomposizioni, Disgiunzioni, Addizioni – Decomposing, Disjointing, Adding, Catalogo Mostra Interni, 2007

  • italiano

Il razionalismo non smette di indurre a nuove ricerche spaziali anche le nuove generazioni di artisti come Barbara De Ponti. I suoi recenti lavori generati a partire dalle architetture di Cesare Cattaneo, Pietro Lingeri, Mario Radice e Gianni Mantero, insistono sul tema delle stratificazioni, delle griglie della costruzione che vengono sovrapposte a indicare volutamente la dimensione percettiva della fabbrica.

La De Ponti tenta un approccio all’opera dei razionalisti ignorando i valori simbolici di un singolo edificio e disinteressandosi dell’approccio volto a descrivere le singole soluzioni, affidandosi invece a un’analisi delle “relazionalità” fra le parti, ricostruendo le “intenzioni” attraverso la scomposizione delle parti.

L’analisi degli aspetti sintattici delle forme architettoniche elaborate dai razionalisti è utilizzata in funzione delle proprie elaborazioni formali, sovrapponendo un sistema additivo griglie, linee rette, piani intersecanti. Un sorta di astrazione formale, ma non meccanizzata, per via della particolare tecnica adottata della piegatura. La carta da spolvero che fa da supporto diventa anch’essa opera, materia segnata e incisa dalle pieghe per rendere visibile d’idea e per evidenziarne le linee guida, le linee di forza anche oltre i limiti della figura per potenziarne la valenza espressiva.

I “disegni” di Barbara DePonti conservano la traccia della gestualità pur apparendo come schemi d’architetture progettate digitalmente.

Le griglie di costruzione del disegno sono esibite tanto che la stratificazione del segno moltiplica le idee che si assommano nella sua fase di gestazione. Il progetto, così reinterpretato e indagato è rivisitato nelle sue possibili variazioni, quasi fosse un sismografo che ne registra le fasi ideative.

Le linee, intersecandosi restituiscono lo schema assonometrico e la proiezione ortogonale degli spazi interni che si assommano a quelli esterni. La De Ponti opera sulle architetture razionaliste lariane un’analisi paragonabile agli studi di Peter Eisenman.

Eisenman nell’approfondire le problematiche architettoniche del razionalismo italiano, trova in Giuseppe Terragni un grande soggetto di studio e di ricerca osservando soprattutto quelli che sono gli aspetti formali dell’architettura stessa.

Studiando l’architettura razionalista, Eisenman si è concentrato a livello “sintattico” (studio delle funzioni proprie della struttura dei segnali o delle forme) escludendo quelle “semantiche” (relative al significato). Eisenman vede l’architettura come “testo” . Come ha affermato: certi tipi di architettura, come quella razionalista sono più adatti di altri a complesse letture testuali privilegiando i suoi codici funzionali, strutturali (1).

Architetture che possono essere considerate esempi di testi critici di architettura, in quanto i significati delle loro facciate, piante e sezioni possono essere letti come spostamenti rispetto a un’architettura fatta di gerarchia, unità, sequenza, progressione e continuità, verso un’architettura fatta di frammentazione, disgiunzione, contingenza, alterazione e oscillazione. Le architetture razionaliste lariane offrono infatti la possibilità che vi sia un tipo diverso di percezione, fatta di accrescimenti, contingente con l’aspetto fisico, trasversale rispetto all’edificio e al suo intorno. Queste architetture non sono più composte da un’immagine coerente, ma da una serie di frammenti incoerenti. L’esperienza dell’osservatore dotato di sensi non emerge più da una lettura sola, ma da una multipla.

Barbara De Ponti cerca di creare un rapporto disgiuntivo (e non narrativo) e attivo tra edificio e osservatore — tra oggetto e soggetto. Aggiunge una serie di investigazioni della forma. Questo procedimento additivo definisce un aspetto della natura critica di questi edifici, in quanto non emerge una lettura singola e stabile. Questa assenza di stabilità è vista come condizione dell’aspetto critico, in quanto indica un soggetto osservatore meno naturalizzato, e più attivo.

Tuttavia la griglia geometrica, l’involucro percepibile tramite “pieghe e tessiture”, non è solo strumento di conoscenza. L’immagine è dispersa. Tale organizzazione del foglio diventa metafora della spazialità indicibile della complessità del progetto.

1. Peter Eisenman, Giuseppe Terragni: trasformazioni, scomposizioni, critiche, Quodlibet, Macerata 2005

 

  • english

Rationalism has never ceased to stimulate new research into space even in the latest generations of artists such as Barbara De Ponti. Her recent works generated from the architecture of Cesare Cattaneo, Pietro Lingeri, Mario Radice and Gianni Mantero, insist on the theme of stratifications, of construction grids that are overlaid to deliberately indicate the perceptive dimension of the building.

DePonti attempts to approach the work of the Rationalists by ignoring the symbolic values of the single building and dismissing the approach that seeks to describe individual solutions, working instead on an analysis of the “ability to relate” between the parts, reconstituting the “intentions” by decomposing the parts.

The analysis of the syntactic aspects of architectural form developed by the Rationalists is used for its formal development, overlaying an additive system of grids, straight lines, intersecting planes. A sort of formal, but not mechanized, abstraction, thanks to the particular technique she uses for folding. The tracing paper used as a support becomes a work in itself, material marked and imprinted by the folds to make the idea visible and to highlight the guidelines, the lines of force, even beyond the limits of the figure to add power to its expressive value.

The “drawings” by Barbara De Ponti preserve a trace of the gestures while appearing as digitally designed architectural schemes.

The construction grids of the drawing are exhibited in such a way that the stratification of the sign multiplies the ideas that add up during the phase of gestation. The project, thus reinterpreted and explored, is revisited in all its possible variations, as if it were a seismograph registering its conceptual phases.

The lines intersect to reproduce the axonometric schema and orthogonal projection of the interior spaces added to the exterior spaces. De Ponti applies to Rationalist larian spaces an analysis similar to the studies by Peter Eisenman. When Eisenman explored the architectural issues in Italian Rationalism, he found an excellent research subject in Giuseppe Terragni, primarily observing the formal aspects of the architecture itself.

In his studies on Rationalist architecture, Eisenman concentrated on the “syntactic” level (the study of the functions relative to the structure of signals or of forms) excluding the “semantic” functions (relative to meaning). Eisenman understands architecture as “text”. As he has stated: certain types of architecture, like Rationalist architecture, are more appropriate than others for complex text readings focusing on their functional, structural (1) codes. Architectural works that may be considered as examples of critical architectural texts, in that the meaning of their façades, plans and sections may be read as a shift away from an architecture made of hierarchy, unity, sequence, progression and continuity, towards an architecture made of fragmentation, disjunction, contingency, alteration and oscillation. Larian Rationalist architecture in fact offers the possibility of a different type of perception, constituted by growth, contingent on the physical aspect which is transversal to the building and its surroundings. These architectural works are no longer composed of a coherent image, but of a series of incoherent fragments. The experience of the observer using his senses no longer emerges from a single, but from a multiple reading. Barbara De Ponti tries to create a disjointed (and non-narrative) and active relationship between building and observer – between object and subject. She adds a series of explorations of form. This additive process defines an aspect of the critical nature of these buildings, because there is no single and stable reading associated with them. This absence of stability is seen as a condition of the critical aspect, because it indicates a less naturalized, more active observing subject.

However the geometric grid, the envelope perceptible through the “folds and patterns” is not simply a tool for understanding. The image is dispersed. This organization of the paper becomes a metaphor for the indescribable spatial quality of project complexity.

1. Peter Eisenman, Giuseppe Terragni: Transformations, Decompositions, Critiques. New York, The Monicelli Press 2003.

 

Alessandra Coppa